controviolenza/

chiunque prevalica,un’altro essere, con la violenza:non può essere annoverato fra gli esseri fautori dell’armonia cosmica universale.       

erminia naclerio.

servizio è Amore

 

Con genocidio, secondo la definizione adottata dall’ONU, si intendono «gli atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso». Anche la sottomissione intenzionale di un gruppo a condizioni di esistenza che ne comportino la scomparsa sia fisica che culturale, totale o parziale, è di solito inclusa nella definizione di genocidio.[senza fonte]

Il termine “genocidio” è una parola d’autore coniata da Raphael Lemkin, giurista polacco di origine ebraica, studioso ed esperto del genocidio armeno, introdotta per la prima volta nel 1944, nel suo libro Axis Rule In Occupied Europe[1], opera dedicata all’Europa sotto la dominazione delle forze dell’Asse[2] L’autore vide la necessità di un neologismo per poter descrivere l’Olocausto, pur facendo anche riferimento al genocidio armeno. Con tale termine, volle dare un nome autonomo a uno dei peggiori crimini che l’uomo possa commettere. Comportando la morte di migliaia, a volte milioni, di persone, e la perdita di patrimoni culturali immensi, il genocidio è definito dalla giurisprudenza un crimine contro l’umanità.


                                                        silenzio totale

 

<<in una famiglia disfunzionale per la presenza di alcool, droghe, psicofarmaci, malattie invalidanti, bigottismo o semplicemente ripetizione di quanto appreso dai nostri genitori nella “loro” infanzia, ha fatto sì che fin da bambini abbiamo iniziato una lotta senza fine per trasformare una famiglia disfunzionale e turbata in una amorevole e incoraggiante.

Siamo diventati adulti convinti di aver fallito e incapaci di trovare il modo per mettere fine agli effetti traumatici della disfunzione famigliare.

 

Biasimo, vergogna, e senso di colpa verso noi stessi sono la conseguenza naturale di questo senso penetrante di fallimento. Le accuse contro noi stessi alla fine ci hanno portato ad odiarci. Accettare la nostra impotenza lasciando andare un controllo che a nulla è mai servito, è la chiave che sblocca il bambino-interiore e permette l’inizio di una rieducazione. Questo Primo Passo di apparente resa, è fondamentale affinché l’odio verso se stessi non duri ancora a lungo.>>http://www.aca-italia.com/per-i-figli-adulti-che-passano-di-qui/

 

 

 


 

assistenza sociale?quale opportuno intervento

Informazioni su shantyom

erminia naclerio ,artista poliedrica ,figlia d'arte di Agata corsaro scuderi,frequento il magistrale , liceo scentifico, e non l'istituto d'arte,,dal 1967 inizio il percorso artistico nella compagnia teatro dialettale "la civetta" 1972 teatro sperimentale compagnia "feltrinelli",settembre1974 matrimonio 1977 lingua cooperativa "quarta parete"fino al 1991 inizio manipolazione argilla e cartapesta oltre che la pittura e il restauro di tele

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